Sospiro d’anima

di e con Aida Talliente
fisarmonica David Cej
disegno luci Luigi Biondi
scenografia Massimo Staich
Una produzione di Aida Talliente
in collaborazione con La Casadargilla di Roma
con il sostegno di ANPI – Udine, ANED-Udine, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, Commissione delle Pari Opportunità, Centro d’Accoglienza “E. Balducci”, Donne in Nero, Libreria Cluf, Università della Liberetà Udine
un ringraziamento speciale al Teatro Club di Udine

Aida Talliente

David Cej

Luigi Biondi

Massimo Staich

Aida Talliente

La Casadargilla di Roma

ANPI – Udine, ANED-Udine, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, Commissione delle Pari Opportunità, Centro d’Accoglienza “E. Balducci”, Donne in Nero, Libreria Cluf, Università della Liberetà Udine

Teatro Club di Udine


Premio Ermo Colle 2010 (Tizzano Val Parma)
Premio Speciale al Concorso Teatro e Resistenza 2011 – Museo Cervi (Gattatico)
Premio Antonio Landieri 2010 come miglior spettacolo dell’anno (Napoli)
Premio Napoli Fringe Festival 2011 (Napoli)


Un cerchio di pietre illuminato da piccoli lumi. Un albero bianco, scarno. Scatole, cassetti, vecchi oggetti accatastati su cui siede una donna “anziana”. Appena fuori dal cerchio, un ragazzo, forse un “angelo”, suona una fisarmonica. La donna si muove in questo luogo fatto di poveri oggetti, raccontando la sua storia. Lo fa come fosse un saluto, l’ultimo saluto prima di “andarsene”. Nel corso del racconto, il piccolo cerchio di pietre diventa un luogo di passaggio tra la vita e la morte, diventa una “mappa della memoria” su cui lei lascia le proprie orme, le proprie tracce. La musica l’accompagna. Una musica che diventa anche il canto di un’anima piena di cose…
Così inizia questo breve viaggio dedicato a Rosa Cantoni, Rosina per chi l’ha amata, o “Giulia” per chi l’ha conosciuta come protagonista della Resistenza friulana. Nato dopo un lungo ed intenso periodo di incontri con Rosina, lo spettacolo è un attraversamento lento e discreto dei suoi ricordi, delle sue vecchie fotografie e delle sue poesie. È il racconto prezioso di una vita straordinaria, vissuta con forza, coraggio e soprattutto amore; amore per la vita, per il mondo, per le future generazioni a cui Rosina sempre ha parlato. Così desidero ricordarla. Così desidero tenerla viva e più presente che mai nella mia storia e nella storia dei nostri giorni, purtroppo destinati a perdere tutte quelle voci che in passato hanno tanto lottato per cambiare il mondo.
Rosa Cantoni era una delle più anziane partigiane della città di Udine. Durante la seconda guerra mondiale è stata protagonista nella lotta della Resistenza e poi deportata al campo di sterminio di Ravensbruk nel ’45. Ascoltando le sue parole e le sue testimonianze, si diventa silenziosi spettatori di tutto ciò che si è consumato nel corso del tormentato ‘900. Rosa muore il 28 gennaio del 2009, durante la costruzione dello spettacolo. A lei è dedicato questo viaggio.



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Sguardi critici

La Talliente è l’officiante del rito, vera e propria sciamana in viaggio sospeso tra un’anima che svanisce e una memoria che s’aggrappa alla vita. Insisto nei paralleli col rito perché ciò a cui assiste il pubblico rimanda davvero ad una trasfigurazione dai tratti religiosi: come già nel suo precedente spettacolo (Aisha, 2008) la Talliente dimostra una capacità unica nel saper caricare nel corpo e nel viso i tratti somatici del personaggio che interpreta. Lei, esile friulana dalla carnagione chiara, era stata una credibile donna di colore ivoriana in Aisha e sempre lei, giovane trentenne, riesce a trasformarsi davanti ai nostri occhi increduli in una vecchia prossima alla morte, a incarnarne la voce incerta, il gesticolare sconnesso, il cammino affaticato, il peso degli anni nelle spalle ricurve e soprattutto l’affascinante anziano sorriso, che è segno di carattere indomito e di coscienza pulita. Rosa Cantoni, vecchia poetessa partigiana, prende vita nel suo corpo e prende vita anche la giovane Rosa Cantoni evocata dai ricordi della vecchia, ricordi che narrano di guerra, resistenza, deportazione. Lo spettacolo vive in gran parte nelle eccezionali doti da trasformista della Talliente ma anche nell’efficace interazione con le musiche del fisarmonicista, angelo che accompagna la donna in ogni suo passo. Straconsigliato.

Fabio Massimo Franceschelli

Fabio Massimo Franceschelli

Spettacolo pieno di pathos (…) Attorno ad Aida Talliente, per una sera nei panni di Rosa Cantoni, c’è il pubblico, accovacciato a un passo dalla scena. Persone vicine a una donna che ha voluto raccontare la storia di Rosa, persone che forse l’hanno conosciuta e hanno avuto la sensazione di rincontrarla grazie all’interpretazione di un’attrice che strappa applausi e consensi alla fine di un monologo, accompagnato dalla musica sottile che a tratti si fa voce narrante di David Cej. Un’ora volata via tra commozioni e sorrisi, figli di quell’ironia che era proprio di “Giulia” il nome di battaglia della partigiana, lei che si chiamava Rosa, oppure “Rosina” come la chiamavano tutti. Ha ripercorso tutta la sua vita la Talliente, rievocando innanzitutto l’anima di Rosa a poco più di un anno dalla sua morte. Riproduce le movenze della donna ormai anziana, alternando con un gioco di luci e musica, la giovane piena di fervore politico e di amore per la poesia. Aida diventa Rosa, la voce che trema, la memoria lucida, la saggezza della vecchiaia che ricorda con dolce malinconia il passato, lo tramanda e lo insegna, senza mitizzarlo, regalandolo ai giovani così più vero, quasi amichevole (….) Rosa così si consacra come l’eroina friulana, che passa al pubblico le foto, le poesie, il caffè, pezzi di una vita piena di sogni e battaglie (… ) Senza orpelli e con un controllato lirismo, Aida Talliente che recita i versi della donna canta “Marute me” e crea un’importante contatto con il pubblico. È riuscita a far rivivere davvero l’anima di Rosa, soprattutto l’ultima Rosa che ha saputo raccontare con semplicità un pezzo di storia (…) Poi è volata via come un soffio.

Massimo Radina

Massimo Radina

Un incontro a distanza di tempo, con immediata sintonia, tra due donne, una tutta impigliata nella storia del ‘900, l’altra proiettata con fresca energia nel futuro del nuovo secolo: da un lato Rosa Cantoni, nome di battaglia partigiana Giulia; dall’altro Aida Talliente, giovane autrice-attrice udinese che mette in scena “Sospiro d’Anima”, spettacolo che si ispira alla figura di Rosa Cantoni, scomparsa il 28 gennaio 2009, al termine di una vita esemplare per tensione ideale, coraggio, dedizione ai valori della democrazia (…) Dai suoi racconti si origina la prima scintilla dello spettacolo di Aida Talliente, giovane artista lei pure affascinata dai ricordi di Rosa (…) Lo spettacolo sceglie modi intimi e raccolti, per una sorta di rito della memoria e di messa in circolo degli affetti (…) modi semplici, aderenti alla luminosa chiarezza con cui Rosa ripercorreva a parole la sua vita (…) modi congeniali all’attrice Aida Talliente, che uscita dal Palio udinese e diplomata poi alla “Silvio D’Amico” di Roma, è oggi un promettente punto di riferimento per quel teatro che sa sciogliere l’impegno civile in emozione e il viaggio nella memoria in colpo al cuore e in “sospiro d’anima”.

Angela Felice

Angela Felice