Ispirato a “Risveglio di primavera”
di Frank Wedekind
personaggi e interpreti
Moritz Eiffel – Marco Alotto
Wendla Bergman – Chiara Benedetti
Melchior Gaber – Gianni Bissaca
gli altri e le altre – Denis Fontanari
regia e allestimento Roberto Tarasco
produzione Itaca Associazione Teatrale e ariaTeatro
Alla fine del milleottocento Wedekind inventa l’adolescenza.
Prima esistevano i bambini. Appena iniziava lo sviluppo eri pronto per andare a lavorare nei campi o in fabbrica. Spesso e volentieri la famiglia ti aveva combinato il matrimonio. Ti riproducevi ed era bellechefatta. Poi migliorarono le condizioni produttive, le pestilenze vennero debellate, si allungò
l’aspettativa di vita.
Poco più di cento anni fa Wedekind è uno dei primi ad accorgersi della mutazione e scrive RISVEGLIO DI PRIMAVERA.
Le trasformazioni allo status quo risultano spesso indigeste, e chi da un nome al cambiamento viene messo alla gogna. Così per qualche lustro la pieces venne censurata e le rappresentazioni impedite in tutti i teatri.
La censura, crudele nel tempo in cui viene esercitata, vista da una prospettiva storica è patetica. Come si fa a fermare il tempo? Mettendosi di traverso ed impedendo ai germogli di sbocciare?
Nel dicembre del millenovecentosettantadue, quando per l’appunto mi affacciavo all’adolescenza, uscì al cinema ULTIMO TANGO A PARIGI.Di li a poco venne espulso dalle sale e messo al rogo. Proprio come nel medioevo al tempo dell’inquisizione. Anche allora era in atto una mutazione. Da li a poco si sarebbe votato per il referendum sul divorzio e la bigotta Italia avrebbe scelto la modernità.
Rivedere oggi la famosa scena del burro del film fa tenerezza in confronto alle immagini hard che ci aggrediscono dai tabelloni pubblicitari e dagli schermi al plasma hd.
La stessa tenerezza che mi suscitano certe istantanee che ritraggono le star maledette del rock degli anni sessanta, ormai settantenni, acconciate in leggins e felpe allo stesso modo dei quattordicenni che si preparano agli invalsi per accedere al liceo.
L’adolescenza, l’intuizione geniale di Wedekind, l’età che prima non esisteva e che la censura tentò di cancellare, è diventata oggi quel periodo che ci accompagna dall’infanzia alla senilità, annullando addirittura il tempo della maturità che non appartiene più alla nostra vita.
Per questo penso che proprio oggi sia importante riscoprire RISVEGLIO DI PRIMAVERA in teatro.
Proprio oggi che la peterpanità, o peterpanismo se preferite, ha fagocitato adolescenza e età adulta globalizzando la nostra esistenza.
Roberto Tarasco
Prima esistevano i bambini. Appena iniziava lo sviluppo eri pronto per andare a lavorare nei campi o in fabbrica. Spesso e volentieri la famiglia ti aveva combinato il matrimonio. Ti riproducevi ed era bellechefatta. Poi migliorarono le condizioni produttive, le pestilenze vennero debellate, si allungò
l’aspettativa di vita.
Poco più di cento anni fa Wedekind è uno dei primi ad accorgersi della mutazione e scrive RISVEGLIO DI PRIMAVERA.
Le trasformazioni allo status quo risultano spesso indigeste, e chi da un nome al cambiamento viene messo alla gogna. Così per qualche lustro la pieces venne censurata e le rappresentazioni impedite in tutti i teatri.
La censura, crudele nel tempo in cui viene esercitata, vista da una prospettiva storica è patetica. Come si fa a fermare il tempo? Mettendosi di traverso ed impedendo ai germogli di sbocciare?
Nel dicembre del millenovecentosettantadue, quando per l’appunto mi affacciavo all’adolescenza, uscì al cinema ULTIMO TANGO A PARIGI.Di li a poco venne espulso dalle sale e messo al rogo. Proprio come nel medioevo al tempo dell’inquisizione. Anche allora era in atto una mutazione. Da li a poco si sarebbe votato per il referendum sul divorzio e la bigotta Italia avrebbe scelto la modernità.
Rivedere oggi la famosa scena del burro del film fa tenerezza in confronto alle immagini hard che ci aggrediscono dai tabelloni pubblicitari e dagli schermi al plasma hd.
La stessa tenerezza che mi suscitano certe istantanee che ritraggono le star maledette del rock degli anni sessanta, ormai settantenni, acconciate in leggins e felpe allo stesso modo dei quattordicenni che si preparano agli invalsi per accedere al liceo.
L’adolescenza, l’intuizione geniale di Wedekind, l’età che prima non esisteva e che la censura tentò di cancellare, è diventata oggi quel periodo che ci accompagna dall’infanzia alla senilità, annullando addirittura il tempo della maturità che non appartiene più alla nostra vita.
Per questo penso che proprio oggi sia importante riscoprire RISVEGLIO DI PRIMAVERA in teatro.
Proprio oggi che la peterpanità, o peterpanismo se preferite, ha fagocitato adolescenza e età adulta globalizzando la nostra esistenza.
Roberto Tarasco